Con il via libera definitivo del Senato alla conversione in legge del cosiddetto Decreto Riaperture nelle farmacie di comunità diventano strutturali, andando oltre la fase emergenziale, la somministrazione dei vaccini anti Covid-19 e antinfluenzale e l’effettuazione di test diagnostici che prevedano il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo. «Un passaggio di particolare importanza», è il commento di Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, «che conferma l’evoluzione dei farmacisti al servizio della popolazione. Si tratta di un percorso che vede sempre più un coinvolgimento della distribuzione intermedia come partner al fianco della farmacia».
I due servizi, con le modifiche apportate in sede di conversione in legge alla Camera e poi confermate al Senato, vengono così integrati nella normativa sulla farmacia dei servizi (Dlgs 153 del 3 ottobre 2009). In particolare, per quanto riguarda «la somministrazione di vaccini anti Covid e di vaccini antinfluenzali», si prevede che siano effettuati, «previa presentazione di documentazione comprovante la pregressa somministrazione di analoga tipologia di vaccini», nei confronti dei soggetti di età non inferiore a diciotto anni, con oneri a carico degli assistiti, presso le farmacie, da parte di farmacisti opportunamente formati a seguito del superamento di specifico corso abilitante e di successivi aggiornamenti annuali, organizzati dall’Istituto superiore di sanità». A essere inserita all’interno delle attività della farmacia dei servizi è poi anche «l’effettuazione di test diagnostici che prevedano il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo». Un’attività che durante l’emergenza si è concretizzata soprattutto nella rilevazione del Covid-19 e che ora permette, di fatto, di allargare le possibilità di testing in farmacia. La previsione è che tali servizi vengano effettuati «in aree, locali o strutture, anche esterne, dotate di apprestamenti idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la tutela della riservatezza. Le aree, i locali o le strutture esterne alla farmacia devono essere compresi nella circoscrizione farmaceutica prevista nella pianta organica di pertinenza della farmacia stessa».
La misura, spiega Mirone, «è un riconoscimento del ruolo che la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia rappresentano per la popolazione e il sistema sanitario. L’evoluzione della farmacia come presidio di salute sul territorio diventa così strutturale e radicato e, in questo percorso, anche la distribuzione intermedia è chiamata a rafforzare la vicinanza alla farmacia, rendendo disponibili i servizi di cui ha bisogno. Ma perché tutto funzioni, l’alleanza e il rapporto fiduciario tra distributore e farmacia dovranno farsi sempre più stretti».
Un aspetto importante, poi, è il riconoscimento della possibilità di prelevare campione biologico che va completare le attività di testing che vedono anche il prelievo di sangue capillare: «Il ruolo di presidio su territorio svolto dalla farmacia entra a pieno titolo nell’ambito dell’accertamento diagnostico. Si ampliano, così, la competenza del farmacista e il supporto della distribuzione intermedia». In questa direzione, «non possiamo che consolidare quel cammino intrapreso già da tempo di partnership con le società scientifiche, di cui un esempio è la collaborazione avviata con la Società italiana di reumatologia. Nella direzione di una riqualificazione professionale del farmacista e di una strutturazione di percorsi integrati con le diverse figure del Ssn, c’è bisogno di interloquire con soggetti in grado di validare il percorso di formazione del farmacista e di affermare il nuovo ruolo all’interno di un processo di screening o di presa in carico condiviso».
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