23 Maggio 2022
Le catene del capitale continuano a comprare e crescere ma molti farmacisti indipendenti ancora indugiano nell’inerzia anziché attrezzarsi per competere alla pari, giocando di squadra con le reti delle cooperative della distribuzione. La “frustata” arriva da Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, che la prossima settimana – il 26 e 27 maggio, a Milano Marittima (in provincia di Ravenna) – ripropone con Federfarma.co la Convention annuale delle Società dei farmacisti, interrotta per due anni a causa della pandemia.
Presidente, l’anno è iniziato con forti rincari su energia, carburanti e materie prime, che hanno creato non poche difficoltà ai distributori del farmaco. Quindi la guerra, il ritorno dell’inflazione e ora i primi produttori che rivedono al rialzo i listini, per stare dietro ai costi. Qual è l’umore con cui i vostri affiliati si preparano alla Convention?
C’è preoccupazione, perché le difficoltà d’inizio anno permangono. Cominciamo a registrare le prime carenze per la crisi internazionale, in particolare tra i farmaci rimborsati. È urgente che le imprese si parlino tra loro e con la politica per mettere sul tavolo richieste e necessità, quelle impellenti perché in ballo c’è la sostenibilità della distribuzione farmaceutica intermedia ma anche quelle più strutturali per il futuro dell’intero settore. Il programma della Convention prevede per venerdì mattina una tavola rotonda con alcuni rappresentanti del governo e delle istituzioni, sarà l’occasione per un confronto diretto.
Quali sono le priorità?
In cima c’è ovviamente la sostenibilità: le società della distribuzione stanno affrontando costi in continua crescita che erodono una marginalità sostanzialmente cristallizzata, perché i prezzi del farmaco rimborsato sono negoziati e quindi non seguono l’inflazione. Le farmacie stanno beneficiando di una remunerazione aggiuntiva che quanto meno aiuta, le imprese intermedie no. Vorremmo che il nostro lavoro ricevesse la giusta valorizzazione posto com’è tra incudine e martello, ossia Ssn e farmacie.
Che cosa vi aspettate dalle farmacie?Volete rimettere sul tavolo l’irrisolto problema della “infedeltà” dei farmacisti titolari?
Anche. I tempi non consentono più di tenere 5 o 6 distributori e due o tre consegne al giorno da ciascuno di loro. È sufficiente averne uno di riferimento da considerare quale partner prioritario, più un secondo e al massimo un terzo come alternative. Occorre che i titolari diano fiducia per riceverne a loro volta.
Nei primi mesi dell’anno sono stati diversi i grossisti che hanno dovuto introdurre un fee sulle consegne…
È una pratica che nel breve periodo rischia di allargarsi, a meno che non arrivino risposte dalla politica. L’alternativa nell’ambito della filiera, è che si mettano in campo nuovi strumenti che assicurino concretezza a quella fiducia di cui parlavo nel rapporto tra farmacia e distributore.
A che cosa si riferisce? Un contratto di servizio che leghi farmacia e distributore?
Il tema è proprio questo, un contratto di servizio che dia solidità al rapporto fiduciario tra farmacia e grossista di riferimento, anelli indissolubili della stessa filiera.
Proposta tanto innovativa quanto deflagrante…
Dobbiamo essere realistici, le catene del capitale continuano a crescere ma ciò nonostante molte farmacie indipendenti sembrano titubanti, come se non sapessero cosa fare o attendessero chissà cosa. Ma più si sviluppano, più le catene accrescono la loro capacità di condizionare il mercato, spostare gli equilibri. Non si può restare inerti di fronte a questo rischio e bisogna agire rapidamente, prima che sia troppo tardi.
Alla Convention, immagino, riproporrete quindi l’invito a scegliere la strada dell’aggregazione, ma in reti dalle condizioni contrattuali “forti”, che permettano davvero di fare gioco di squadra…
Il tema è proprio questo: nei rapporti di filiera, le catene del capitale possono mettere sul piatto la forza di un circuito di centinaia di farmacie che decide e si muove all’unisono sia nelle attività di servizio al pubblico che nelle logiche commerciali, inclusi gli acquisti da un unico fornitore. Anche le nostre reti devono proporsi nella stessa logica. Noi siamo pronti a farlo, le farmacie indipendenti dicano se lo sono anche loro.
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